Disturbi correlati a sostanze

I Disturbi Correlati a Sostanze comprendono problemi e disturbi derivanti dall’assunzione di una particolare sostanza come ad esempio:

Alcool
Cocaina
Eroina
Nicotina
Cannabis (es. Marijuana e Hashish)
Allucinogeni (es. LSD e Ecstasy)
Amfetamine (es Amfetamina e Metamfetamina)
Inalanti, Solventi (Colla, Benzina) / Gas / Nitrati [Popper) / Anestetici)
Farmaci (antinfiammatori)
Psicofarmaci (sonniferi, ansiolitici)
Caffeina
Steroidi Anabolizzanti,
Antidolorifici (o Antinfiammatori)
Smart drugs, etc.

I Disturbi Correlati a Sostanze si dividono in due gruppi:

-i Disturbi da Uso di Sostanze (ovvero Dipendenza da Sostanze e Abuso di Sostanze)

-i Disturbi Indotti da Sostanze (ovvero Intossicazione da Sostanze, Astinenza da Sostanze,Delirium indotto da Sostanze, Demenza Persistente indotta da Sostanze, Disturbo Amnestico Persistente indotto da Sostanze, Disturbo Psicotico indotto da Sostanze, Disturbo dell’Umore indotto da Sostanze, Disturbo d’Ansia indotto da Sostanze, Disfunzione Sessuale indotta da Sostanze e Disturbo del Sonno indotto da Sostanze).

Le principali manifestazioni della Dipendenza da Sostanze (o Tossicodipendenza) rientrano in un quadro sintomatologico costituito da sintomi psico-cognitivi, fisiologici e comportamentali correlati all’uso ripetuto di una certa sostanza, che incidono patologicamente sulle varie sfere vitali dell’individuo.

Vi è la presenza allora di un uso reiterato e di una assunzione compulsiva della sostanza, nonostante tali problematiche, interne ed esterne, psichiche e fisiche, siano sempre più intense e croniche.

Vi è poi l’insorgenza di sintomi di “Craving”, ovvero l’intensa pulsione ed pensiero fisso verso il procurarsi ed usare la sostanza, di “Tolleranza”, cioè la necessità di assumere dosi progressivamente sempre più alte della stessa sostanza per avere gli effetti precedentemente ricevuti, ed infine di “Astinenza”, ovvero una serie di manifestazioni psico-fisiche dovute alla mancanza più o meno prolungata della sostanza.

Perchè vi sia Dipendenza da una certa sostanza occorre che ricorrano, lungo un periodo di almeno dodici mesi, almeno tre tra questi sintomi:

- Tolleranza (o Assuefazione)
ovvero il bisogno di quantità sempre maggiori di sostanza per raggiungere l’effetto provato precedentemente con dosi minori ed intensamente ora desiderato; oppure l’effetto fortemente diminuito in corrispondenza all’uso continuato della medesima quantità di sostanza.

- Astinenza
ovvero la modificazione psico-cognitiva, fisiologica e comportamentale concomitante all’assenza più o meno prolungata della sostanza instaurata dalla discesa della concentrazione dei suoi principi nel sangue, dalla conseguente mancanza di effetti sia mentali, che fisiologici e dall’assenza del contesto situazionale che accompagna prima, durante e dopo l’assunzione della sostanza.

I principali sintomi psico-fisici dell’astinenza sono ipotensione, tachicardia, tremori, crampi e dolori ai muscoli, vertigini, difficoltà visive e motorie, disturbi gastro-intestinali, sudorazione alterata, sonno e alimentazione disturbati, ansia, sensazione di morte imminente, sensazione di soffocamento, paranoie, pensieri ricorrenti, umore altalenante, comportamenti aggressivi, autolesionismo.
Dopo la sperimentazione di tali spiacevoli sintomi di astinenza, la persona tende a riassumere la sostanza proprio per attenuare o evitare tali sintomi, con il risultato però di aumentare le dosi in modo esponenziale e ancor più dannoso e pericoloso, entrando di fatto in un circolo sempre più stretto e privo di uscite caratterizzato da:
assunzione continuativa ed eccessiva della sostanza e alcune volte in quantità maggiore e per un periodo più lungo di quanto pianificato e/o previsto (utilizzo compulsivo).
Grande desiderio o presenza di numerosi sforzi di diminuire, controllare o interrompere l’uso.
Forte dispendio di tempo, energie e denaro per cercare e poter avere la sostanza, per assumerla e per riprendersi dai suoi effetti.
Riduzione e/o interruzione delle attività personali, ricreative, scolastiche, sociali, lavorative, familiari, etc.
Continuo uso ed incapacità di interromperlo, nonostante la conoscenza della presenza del problema e delle sue gravi conseguenze psicologiche e fisiologiche.
Intenso desiderio interno e pensieri fissi circa la ricerca e l’utilizzo della sostanza (Craving).

(P.S. Ne Tolleranza, ne Astinenza sono sufficienti e/o necessarie per diagnosticare una Dipendenza. Certi individui mostrano infatti tale disturbo psico-fisico in assenza di sintomi di Tolleranza e di Astinenza. Infatti in fase di diagnosi vi può essere la specificazione “con Dipendenza Fisica” o “senza Dipendenza Fisica” per indicare la presenza o meno di Tolleranza o Astinenza).

I problemi psico-cognitivi e comportamentali che possono scaturire dalla Dipendenza da Sostanze possono essere:
-discontrollo sui pensieri e sui comportamenti e ripetuti pensieri sulla sostanza e/o sulle modalità con le quali procurarsela,
-problemi di concentrazione, attenzione e memoria, intensa ansia, ossessioni e compulsioni,
-disturbi dell’umore,
-problemi del sonno,
-disturbi sessuali,
-impulsività ed aggressività,
-isolamento, senso di colpa, di vergogna
-e abbassamento dell’autostima.

Il processo che porta allo sviluppo di una Dipendenza è complesso ed articolato, visto che alla sua base vi sono molteplici fattori causali che si intersecano e si influenzano tra loro.
Esso dunque è sospinto dalle proprietà psicoattive della sostanza stessa, ma anche dalle dinamiche situazionali nelle quali essa viene assunta e, non ultime, dalle caratteristiche personali, come ad esempio stress ed ansia interna, insicurezza, umore altalenante, disagi socio-familiari e/o lavorativi, difficoltà emotive ed affettive e così via.
Ulteriori fattori possono essere lo status economico del consumatore ed il contesto sociale nel quale egli è inserito.
In generale il concetto di Dipendenza da sostanza (o Tossicodipendenza) si riferisce ad uno stile di vita quasi totalmente coinvolto e dedicato all’utilizzo compulsivo ed eccessivo di una certa sostanza o droga; tutto questo principalmente contraddistinto da marcati sintomi di Astinenza, Craving e Tolleranza, così come da infruttuosi sforzi di smettere il consumo e da forte menomazione nelle molteplici sfere vitali.
Da qui addirittura la necessità di bloccare l’uso della sostanza con o senza il consenso e/o la comprensione del tossicodipendente per evitare conseguenze ancor più gravi.

Parlando invece dell’Abuso di Sostanze si può considerare sua caratteristica principale l’uso patologico di una sostanza contraddistinto da ricorrenti e significative conseguenze negative sulle varie sfere vitali della persona e correlate proprio all’uso ripetuto della sostanza stessa.

Perchè vi sia Abuso di una certa sostanza occorre che ricorrano, lungo un periodo di almeno dodici mesi, almeno una tra le seguenti situazioni:

  • Ricorrente uso della sostanza con la conseguente incapacità di gestire i vari contesti lavorativo, familiare, personale, scolastico, sociale, etc. (ad esempi ritardi, assenze, sospensioni, litigi, scontri).
  • Ricorrente uso della sostanza in situazioni potenzialmente rischiose (ad esempio guidando l’automobile)
  • Ricorrenti problemi di tipo legale correlati all’uso della sostanza e ai suoi conseguenti effetti (ad esempio processi, arresto, detenzione)
  • Uso continuativo della sostanza nonostante persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o amplificati dall’uso della sostanza.

A differenza della Dipendenza da sostanze il possibile quadro sintomatologico dell’Abuso di sostanze non include Tolleranza, Astinenza e/o utilizzo compulsivo, mentre comprende le conseguenze dannose derivanti dal consumo ripetuto.

I più comuni sintomi psicopatologici associati all’uso di sostanze tossiche sono problemi dell’umore,ansia, sonno disturbato, allucinazioni, deliri e/o disturbi sessuali.

Classificazione delle droghe.

Numerose sono le modalità di classificazione delle droghe.
Per esempio, tenendo conto dell’origine, possono essere classificate in naturali o sintetiche, in base però agli effetti farmacologici e’ possibile distinguerle in:

droghe deprimenti: oppiacei, barbiturici, tranquillanti;
droghe stimolanti: cocaina, anfetamina, derivati anfetaminici, caffeina, GHB, smart-drugs, antidepressivi, khat;
droghe allucinogene: canapa indiana e derivati, LSD, mescalina, ketamina, psilocibina.
Altra classificazione invece suddivide le sostanze stupefacenti e psicotrope nei seguenti gruppi:
OPPIACEI: oppio,morfina, metadone, eroina
STIMOLANTI:cocaina, amfetamine, crack
DEPRESSIVI:barbiturici, tranquillanti
ALLUCINOGENI:mescalina, L.S.D.
CANNABIS:marijuana, hashish, olio di hashish

Effetti e rischi.

Alcool

Alcolici e superalcolici sono consumati frequentemente da giovani e adulti; sono legali e per questo nell’immaginario collettivo non vengono considerati come “droghe”.
In realtà, l’alcool è una sostanza che agisce sul Sistema Nervoso Centrale.
Le bevande alcoliche sono usate per disinibirsi, superare gli imbarazzi, sentirsi più carichi, avere più coraggio con l’altro sesso, divertirsi con gli amici.
L’effetto dipende dalla quantità di alcolici assunti, dalla loro gradazione e dalla capacità di metabolizzazione che varia a seconda del peso, dell’età e del sesso della persona.
Il tempo di eliminazione dell’alcool dipende dalla quantità ingerita ed è fortemente influenzato da fattori individuali. Contrariamente a quanto si pensa né il freddo, né lo sforzo fisico, né il caffè accelerano l’eliminazione dell’alcool.
Se piccole quantità di alcool hanno un’azione rilassante di ebbrezza e allegria rimuovendo le inibizioni, quantità maggiori determinano difficoltà di concentrazione, rallentamento dei riflessi e del coordinamento motorio, disturbi visivi, nausea e vomito.
Dosaggi molto elevati di alcolici talvolta possono portare al coma etilico e alla morte.
L’abuso prolungato della sostanza può determinare dipendenza psichica e fisica fino a procurare crisi di astinenza durante la quale possono comparire anche convulsioni e allucinazioni.
L’alcool assunto con ecstasy accresce notevolmente il rischio di disidratazione.
Evitare di mixare alcool con cocaina.
Diventa più difficile controllare reazioni negative come aggressività o attacchi di panico. Il mix tra le due sostanze crea all’interno del corpo una sostanza chimica estremamente tossica: il cocaetilene.
Evitare l’associazione di alcolici con altre sostanze ‐ legali e illegali – che hanno un’azione
sedativa (benzodiazepine, eroina…) poiché la sommazione dei due effetti può portare depressione importante del Sistema Nervoso Centrale.

Canapa

La canapa indiana (Cannabis indica) è una pianta comune largamente diffusa nelle zone tropicali e temperate della terra. Con marijuana si indicano i fiori della canapa indiana, mentre l’hashish è la resina della cannabis estratta dal polline dei suoi fiori.
La cannabis in genere amplifica ed intensifica le sensazioni fisiche e psichiche, sia di sé stessi che riferite al contesto ed alle altre persone.
La percezione e l’orientamento del tempo, dello spazio, risultano alterati e percepiti come dilatati. Gli effetti della cannabis sono soggettivi e dipendono in larga misura dalle condizioni psico-fisiche del consumatore, dal tipo di situazione in cui avviene il consumo e dagli effetti ricercati.
Sul piano fisico vi è un lieve aumento della frequenza cardiaca, arrossamento della congiuntiva oculare, diminuzione della secrezione salivare.
L’uso massiccio e continuativo della sostanza può dar luogo, specie in presenza di alti contenuti di THC, a una riduzione della memoria a breve termine.
La cannabis, come tutte le sostanze che modificano la coscienza o danno piacere, può causare dipendenza psichica. Se il suo consumo diventa necessario per stare bene con se stessi o per relazionarsi agli altri, oppure se il suo mancato consumo provoca angoscia o apatia, probabilmente ci troviamo già di fronte a una dipendenza.
Se la maggior parte dei consumatori sperimenta una condizione di benessere, rilassatezza e di maggiore disinibizione, un’aumentata capacità di introspezione e di astrazione, altri lamentano l’insorgere o l’accentuazione di stati ansiosi (fino a crisi di panico) e depressivi.
Quasi sempre compaiono dispercezioni che in alcuni casi possono assumere le caratteristiche di vere e proprie allucinazioni.

Le più frequenti reazioni negative acute da cannabis riguardanti l’aspetto psichico sono essenzialmente:
Ansia, che può manifestarsi a un livello molto leggero, ma talvolta diventa un vero e proprio senso di angoscia, di perdita di controllo e di timore di non poter più tornare allo stato normale.
Depressione, che però dipende essenzialmente da condizioni emozionali negative preesistenti o da condizioni ambientali contingenti la cui percezione viene amplificata dalla cannabis.
Sul piano fisico l’uso di cannabis può inoltre portare a tachicardia, nausea, mal di testa, torpore, scarsa coordinazione corporea, cali di pressione.
Nella modalità d’assunzione più comune, il fumo inalato porta nei polmoni sostanze cancerogene derivanti dalla combustione a danno dell’apparato respiratorio e cardio-circolatorio.

Cocaina.

Generalmente la cocaina si trova sotto forma di polvere bianca, cristallina e inodore, dal sapore amaro.
Non è mai pura, è sempre tagliata con altre sostanze: una dose presenta mediamente non più del 50-60% di cocaina, per cui gli effetti e la tossicità (sempre maggiore nelle droghe spacciate) variano a seconda delle sostanze di taglio.
Vista la facilità di tagliare una semplice polvere bianca, esistono report di casi in cui la presenza effettiva di cocaina non andava oltre il 10%.
Gli effetti della cocaina sono molto soggettivi, variano secondo la purezza della dose, dallo stato psico-fisico della persona e dal contesto. Sono condizionati inoltre dalla modalità di assunzione, dalla velocità d’assorbimento della sostanza.
La cocaina, agendo come stimolante del Sistema Nervoso Centrale, determina principalmente un aumento della lucidità mentale, una riduzione della sensazione di fatica, una diminuzione dell’appetito ed ha spesso un’azione complessiva di tipo euforizzante.
Sensazione di benessere, aumento di sicurezza e di fiducia nelle proprie possibilità, voglia di parlare, di muoversi e camminare, aumento del desiderio sessuale, dell’attenzione si accompagnano però ad una tendenza all’aggressività ed alla paranoia.
Gli effetti piacevoli svaniscono velocemente (dopo circa 30-40 minuti) e spesso lasciano il posto alla così detta fase down, che consiste in uno stato di depressione, malumore e ansia, insonnia.
L’assunzione di cocaina può determinare: battito cardiaco irregolare e accelerato, gastriti, stitichezza, nausea, vomito e inappetenza, aumento della temperatura e dell’attività muscolare, tremori, mal di testa, sudorazione, brividi, inibizione dell’eiaculazione, ritenzione urinaria.
Gli effetti della cocaina sul Sistema Nervoso Centrale sono dovuti all’azione che essa esercita sulla dopamina, il neurotrasmettitore fondamentale del sistema di ricompensa cerebrale ed entra in azione in tutte le situazioni in cui si sperimentano sensazioni gratificanti e piacevoli.
La cocaina impedisce il riassorbimento della dopamina da parte delle terminazioni nervose, determinando nei neuroni che la contengono, un rilascio maggiore.
L’iperfunzionamento cronico dei sistemi cerebrali del piacere e della ricompensa indotto dalla cocaina porta ad un deficit della dopamina.
Tale carenza provoca – quando viene a mancare la stimolazione della cocaina – il blocco della trasmissione nei sistemi di ricompensa e del piacere nel cervello.
Questo fenomeno è alla base della depressione e dell’esaurimento psicofisico che compaiono durante l’astinenza da cocaina.
La cocaina è una sostanza con cui è facilissimo rimanere invischiati.
La dipendenza – che può rafforzarsi velocemente – possiede una forte componente psichica, strettamente legata all’impellente desiderio della sostanza (Craving).
Nell’uso cronico l’astinenza produce una depressione psicofisica, che determina il costante aumento dei dosaggi e della frequenza d’assunzione.
Quando appaiono i sintomi di intossicazione (senso di tensione, irritabilità, ansia…) occorre sospendere immediatamente l’uso della cocaina e rivolgersi a persone qualificate.
Possono manifestarsi o acutizzarsi problemi psichiatrici quali ansia, allucinazioni, idee deliranti, fobie persecutorie.
Col progredire dell’intossicazione cronica, contrariamente a quanto succede con l’eroina, il fenomeno della tolleranza inversa espone a un rischio maggiore di overdose (sindrome da sovradosaggio) proprio coloro che assumono abitualmente tale sostanza.
Parecchi sono i sintomi che indicano che si sta raggiungendo il livello di iperdosaggio, con rischi anche mortali, (sudore freddo, pallore, ansia, aggressività, insonnia, eccessiva irritabilità).
E’ indispensabile prestare estrema attenzione a questi sintomi: essi infatti indicano che l’organismo non è più in grado di tollerare ulteriori dosi di cocaina
Abusi di cocaina (soprattutto in combinazione con l’assunzione di bevande alcoliche) possono allentare i freni inibitori e facilitare comportamenti aggressivi, anche violenti.
In generale l’uso combinato di cocaina con altre sostanze illegali o legali (alcool, psicofarmaci), è estremamente pericoloso.

Ecstasy (l’MDMA).

È un composto chimico che fa parte del gruppo delle metamfetamine. Solitamente si presenta in pasticche o in polvere, cristalli, conosciute col nome di ecstasy: il colore, il nome, la forma non danno alcuna certezza della loro composizione né del loro effetto.
Gli effetti possono variare da persona a persona e risentono molto dell’ambiente in cui la sostanza viene assunta. In genere si ha un’alterazione dell’umore, rimozione delle barriere emotive e comunicative, facilità di parola, alterazione della percezione del tempo.
Sotto l’effetto di mdma si può ballare per ore senza avvertire né fame né stanchezza.
L’assunzione di mdma può determinare: midriasi (dilatazione delle pupille) nausea, cefalea intensa, respiro irregolare, visione confusa, contrazione della mascella, aumento della sudorazione, ansia e attacchi di panico.
L’mdma agisce a livello dei neuroni serotoninergici, le cellule nervose che utilizzano la serotonina come trasmettitore, inducendone il rilascio. La serotonina è un mediatore nervoso che controlla importanti processi fisiologici come il sonno, i sogni, il tono dell’umore, la fame, la sete, la regolazione della temperatura corporea.
I rischi, come gli effetti, cambiano da persona a persona, sono condizionati dallo stato emotivo e di salute del soggetto e possono variare a seconda della quantità effettiva di mdma contenuta nella pasticca o del tipo di sostanze con cui può essere tagliata: un serio pericolo che si può correre è legato al fatto che non si sa mai cosa ci sia realmente dentro ogni pasticca che può contenere sostanze estremamente tossiche oppure la sua composizione può essere assolutamente diversa dall’mdma.
La riduzione delle inibizioni provocata dall’mdma può indurre in chi la usa comportamenti poco consapevoli e rischiosi (guida pericolosa, rapporti sessuali non protetti, ecc..).
L’esperienza con mdma può essere seguita da un pesante down psicologico. Si sono notati frequentemente: nausea, affaticamento, depressione, flashback.
Tolleranza: si sviluppa per gli effetti piacevoli ma non per quelli secondari, vale a dire che l’uso continuo o la progressiva assunzione di dosi più elevate aumentano gli effetti collaterali senza amplificare gli effetti piacevoli.
Colpo di calore: l’mdma è consumata per lo più in discoteca o durante feste che durano a lungo, dove il tempo scorre veloce, ci si muove molto e si perdono liquidi. Dato che i sintomi della disidratazione non vengono percepiti o sono sottovalutati tutto ciò può provocare il colpo di calore (o ipertermia maligna) che in alcuni casi può portare all’arresto cardiaco: è importante fare delle pause e bere acqua o bevande non alcoliche (succhi di frutta).
Il rischio di disidratazione aumenta esponenzialmente se l’mdma viene assunta in combinazione con bevande ad alta gradazione alcolica.
Inoltre nell’assunzione con:
-LSD, il rischio più grosso è quello del bad trip. Le intense modificazioni sensoriali allontanano dalla realtà circostante e la rendono irriconoscibile, questo rimescolamento di sensazioni può trasformarsi in un incubo con paranoie e attacchi di panico che possono indurre al bad trip (brutto viaggio),
- con speed, anfetamine e cocaina: sale drammaticamente il livello di eccitazione e aumentano gli effetti secondari durante il down.

Eroina

L’oppio si ottiene incidendo le capsule non ancora mature del Papaver Somniferum (papavero sonnifero) e lasciando essiccare al sole la resina che ne fuoriesce.
Tra questi alcaloidi sono presenti alcune sostanze di diffuso uso clinico nella terapia del dolore come la codeina, la papaverina, la narcotina.
E’ stata anche soprannominata la “medicina di Dio” e rappresenta tuttora il farmaco più usato nella terapia del dolore. La morfina è stata anche la prima droga iniettabile e costituisce la base da cui si sintetizza uno degli stupefacenti più potenti e pericolosi: l’eroina.
Gli oppiacei sono dei potenti analgesici, le proprietà euforizzanti ed anestetizzanti procurano un senso di rilassamento, distacco dalle proprie emozioni ed indifferenza rispetto a qualsiasi percezione negativa.Il nostro cervello è capace di produrre autonomamente sostanze oppiacee dette endorfine, che hanno effetti inibenti e depressori sul Sistema Nervoso Centrale.
L’oppio e i suoi derivati agiscono con meccanismi molto simili a quelli delle endorfine anche se gli effetti prodotti sull’organismo sono molto più forti.
L’uso continuativo di oppiacei provoca tolleranza. Ciò fa sì che una dipendenza (psichica e fisica) possa instaurarsi in tempi molto rapidi. La dipendenza possiede una forte componente psichica, strettamente legata all’impellente desiderio, all’assoluta necessità della sostanza (Craving).
La dipendenza psichica deriva dalla gratificazione che l’individuo ottiene dall’assunzione della sostanza e dalla necessità di evitare il malessere che sperimenta quando ne è privo (la sindrome d’astinenza).
Pur avendo una base biologica, la manifestazione della dipendenza psichica è assolutamente soggettiva e collegata ad esperienze individuali e contesti socio-culturali.
La tolleranza comincia ad abbassarsi non appena l’uso di eroina viene interrotto, ma la velocità con cui sparisce è molto variabile.
Il rischio di overdose è perciò maggiore alla ripresa del consumo dopo un periodo di interruzione, non essendo più l’organismo abituato alla sostanza (o in coloro che assumono l’eroina per la prima volta o sporadicamente).
L’assunzione di oppiacei determina: alterazione e riduzione del ritmo respiratorio, rallentamento e diminuzione della coordinazione motoria, dell’ideazione e del linguaggio, sonnolenza, pensieri confusi, stitichezza.
La scarsa percezione della realtà potrebbe risultare un grave danno per l’assuntore, per la possibile sottovalutazione o non riconoscimento di situazioni pericolose.
L’assunzione endovenosa di eroina provoca in pochi secondi quello che in gergo viene chiamato “flash”, l’esplosione di un intenso piacere, simile all’orgasmo sessuale, con sensazioni di caldo ed euforia.
Questo stato acuto, che generalmente si esaurisce nel giro di un solo minuto, è accompagnato da prurito, restringimento delle pupille, abbassamento del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa.
Segue quindi un marcato rallentamento dei processi ideomotori ed uno stato di sonnolenza.
La conseguenza più pericolosa direttamente legata all’abuso di eroina è la sindrome da iperdosaggio, l’overdose.
Il sintomo più grave dell’iperdosaggio da eroina è la depressione respiratoria, che può portare alla morte immediata per insufficienza respiratoria. Marcata è anche una generale inibizione delle funzioni del sistema nervoso centrale che può portare al coma.

Amfetamine.

Quello che comunemente si sente chiamare speed è un derivato dell’amfetamina (nello specifico è un sale della metamfetamina).
Lo speed più diffuso è in polvere (di solito bianca o rosa); altre amfetamine simili allo speed sono: ICE, SHABOO, CRYSTAL che si presentano sotto forma di cristalli.
Gli effetti e i rischi delle amfetamine coincidono in gran parte con quelli propri della cocaina. Anche i sistemi nervosi su cui agiscono le amfetamine corrispondono a quelli interessati dall’azione della cocaina.
Le amfetamine inibiscono il riassorbimento della dopamina da parte delle terminazioni nervose e determinano un maggiore rilascio di tale neurotrasmettitore da parte dei neuroni che lo contengono.
Le molecole di amfetamina possiedono inoltre una somiglianza strutturale con la noradrenalina, un neurotrasmettitore implicato nell’attivazione cerebrale e nella regolazione emozionale.
Ciò contribuisce a spiegare le proprietà psicostimolanti di tale sostanza d’abuso.
Le amfetamine, come la cocaina, producono il fenomeno della tolleranza inversa ad alcuni degli effetti (soprattutto quelli psicotropi), mettendo a maggior rischio di overdose proprio coloro che assumono abitualmente tali sostanze.
Nell’uso cronico, l’astinenza produce, come per la cocaina, una forte depressione psicofisica e quindi il bisogno irresistibile di amfetamine. Per questa ragione la dipendenza da tali sostanze è soprattutto di natura psichica.

Ketamina

La ketamina è un anestetico generale usato sia per uso clinico che veterinario. Si presenta come un liquido trasparente e inodore, nel mercato illegale si può trovare sotto svariate forme: polvere, cristalli e capsule.
Gli effetti della ketamina dipendono da diversi fattori: dalla composizione e dal grado di purezza della sostanza, dalla quantità assunta e dalla modalità d’assunzione, dalla sensibilità personale alla sostanza, dal luogo e dal contesto dove viene consumata.
Sotto l’effetto della sostanza è difficile parlare correttamente o riuscire a tradurre il pensiero in parole; possono essere rivissuti eventi della propria infanzia ed avere percezioni alterate del propriocorpo, che può apparire più piccolo o più grande.
Un dosaggio molto alto ha gli effetti propri dell’anestetico, con conseguente incapacità di parlare e di muoversi.
Dosaggi forti di ketamina possono produrre esperienze con tutte le caratteristiche delle NDE, “esperienze vicino alla morte”, comprese il viaggio attraverso un tunnel verso la luce (“effetto-tunnel”), la convinzione che si è morti, usciti dal corpo e fluttuanti nell’ambiente circostante, ecc..
In alcuni casi si possono sviluppare vere proprie psicosi, è alta la probabilità di fare un’esperienza che crea difficoltà a ritornare nella realtà.
In generale gli effetti fisici e psichici sono: aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, alterata coordinazione dei movimenti, aumento della sudorazione, abbassamento della temperatura corporea, vertigini, nausea, vomito, dilatazione del tempo e dello spazio, allucinazioni.
La mancanza di equilibrio e l’effetto anestetico possono far sottovalutare contusioni o ferite.
Essendo un anestetico può causare reazioni allergiche come prurito, edema facciale, torpore agli arti inferiori.
La ketamina, se usata con regolarità, genere tolleranza: è necessario aumentare i dosaggi per ottenere lo stesso effetto; l’uso continuativo può comportare problemi alla digestione e alla minzione (urinare)
Nei casi d’abuso cronico le ricerche hanno dimostrato un’aumentata incidenza dei deficit mnemonici.
L’abuso di Ketamina può provocare: ictus celebrale, coma, arresto respiratorio. Per le donne in stato interessante l’uso di Ketamina porta sicuramente danni al feto.

In caso di bad-trip:
- E’ possibile rimanere disorientati e spaventati dagli effetti fisici e psichici della ketamina (percezione del corpo come deformato, difficoltà nel coordinare i movimenti, ecc..), la brevità del viaggio non limita le potenti sensazioni psichiche.
- In caso di bad trip è consigliabile far rimanere ferma la persona e cercare di tranquillizzarla.
- È stata accertata la pericolosità nel combinare l’uso di ketamina a sostanze che hanno un effetto deprimente sul Sistema Nervoso Centrale come alcool, barbiturici, valium.
- L’assunzione combinata di alcolici o cannabinoidi può peggiorare l’eventuale senso di nausea e indurre vomito, diarrea o gonfiori addominali.
- Evita assolutamente il contatto con l’acqua, la perdita di controllo del proprio corpo indotto dalla sostanza può provocare annegamento; è pericoloso guidare un veicolo sotto l’effetto di ketamina.

Psichedelici

Funghi magici (psilocybe, stropharia, panaeolus),
mescalina (cactus peyote),
DMT(gruppo di alcaloidi presenti in numerose piante e composti o prodotti di sintesi),
Salvia Divinorum (particolare qualità di salvia capace di indurre visioni),
questi, insieme all’ormai famoso LSD sono gli psichedelici oggi più diffusi nei festival, rave, rainbow ed altre occasioni collettive di festa.
Le sostanze psichedeliche causano modificazioni profonde della coscienza, della sensazione dell’io e della percezione del mondo circostante.
L’assunzione di psichedelici provoca forme di alterazione percettiva e sensoriale molto forti, che molti hanno descritto essere “di tipo spirituale”.
Gli esseri umani possono talvolta raggiungere stati alterati di coscienza simili anche senza ricorrere all’aiuto di sostanze (es: il digiuno, la trance ed altri rituali magico-religiosi, il dolore, la
realtà virtuale ecc.)

Nella grandissima varietà delle sostanze allucinogene, la dietilammide dell’acido lisergico – o più brevemente LSD – è sicuramente la più conosciuta e quella che ha maggiormente influenzato l’immaginario contemporaneo. Fu scoperta nel 1943 da Albert Hoffman, un chimico dei laboratori Sandoz durante alcuni sperimenti sull’attività farmacologica dei derivati dell’acido lisergico.
L’LSD è stato sintetizzato combinando l’acido lisergico contenuto nella segale cornuta (un fungo con forti proprietà allucinogene, parassita di alcune piante dette graminacee) con alcune ammine ( composti chimici).

Essa è stata la prima droga psichedelica ad incidere in maniera profonda sulla cultura e sull’immaginario del mondo Occidentale: sul finire degli anni ’60, si diffuse da San Francisco in tutti i paesi industrializzati. Per gli Hippies e i ragazzi della beat generation, l’LSD ha rappresentato una bandiera ideologica, il simbolo dell’anticonformismo e del rifiuto dei valori e della cultura occidentali.
Solitamente si presenta sotto forma di francobolli, cartoncini, granuli (detti micropunte).
E’ inodore, insapore e incolore.
Generalmente gli psichedelici non determinano vere e proprie “allucinazioni” ma piuttosto intensificano e alterano le percezioni sensoriali: i colori appaiono più intensi e si possono scorgere strutture caleidoscopiche (specialmente nella penombra o ad occhi chiusi).
Possono verificarsi “illusioni” sonore, le sensazioni olfattive, gustative e tattili sono molto più intense e in parte distorte. La percezione del tempo e dello spazio si modifica ed hanno luogo profonde introspezioni.
Sotto l’effetto di LSD possono essere vissute come vere immagini e sensazioni che non hanno una corrispondenza diretta con la realtà.
Durante il trip (viaggio) i colori possono essere ”uditi” e i suoni “visti” (sinestesia).
Si altera l’immagine corporea e si fa fatica a distinguere fra reale e immaginario.
Assumere psichedelici in condizioni di confusione, folla, musica ad alto volume (come in discoteca) aumenta fortemente il rischio di bad trip. Gli psichedelici intensificano percezioni ed emozioni: se queste sono negative o sgradevoli, sotto l’effetto di psichedelici lo saranno di più. Set e setting (dove ci si trova e con chi) sono elementi decisivi nella determinazione dell’effetto di una sostanza psichedelica.
In caso di bad-trip (brutto viaggio) possono verificarsi irrigidimento muscolare, tachicardia, tachipnea (respiro affannoso), stati di ansia acuta, attacchi di panico, paranoia, deliri di persecuzione, paura di perdere il controllo.
Complicazioni connesse all’abuso.
Le esperienze psichedeliche, essendo eventi ad alto impatto emotivo, possono provocare flashback: a distanza di tempo alcune sensazioni del trip (viaggio) possono tornare improvvise e inaspettate.
L’assunzione di LSD può provocare la slatentizzazione di psicosi latenti. Se si esagera con l’uso, i soggetti predisposti rischiano entrare in uno stato psicotico cronico.
In generale, chi soffre di problemi psichici non dovrebbe assumere psichedelici.
Un rischio particolare connesso all’uso dei “funghetti” consiste nello sbagliare la raccolta del fungo: com’è noto, alcune specie di funghi sono velenose e potrebbero non essere riconosciute dai non esperti.

Per saperne di più:

DSM-IV-TR .Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
American Psychiatric Association (2000) Text Revision, Masson, Milano

www.sostanze.info

www.wikipedia.org