Disturbi dell’alimentazione

In questa classificazione rientrano i comportamenti finalizzati al controllo del peso corporeo, che danneggiano in modo significativo la salute fisica o il funzionamento psicologico e che non sono secondari a nessuna condizione medica o psichiatrica conosciuta.
Si distinguono in due categorie principali:

Anoressia nervosa.
Le caratteristiche principali dell’anoressia sono il mantenimento attivo di basso peso corporeo, amenorrea (assenza di mestruazioni) e valutazione di sé basata in modo predominante od esclusivo su alimentazione, peso, forme corporee e sul loro controllo
La perdita di peso è primariamente ottenuta tramite la riduzione della quantità totale di cibo assunta.
Sebbene la restrizione calorica possa essere inizialmente limitata all’esclusione di cibi considerati ipercalorici, nella maggior parte dei casi questi soggetti finiscono per avere una alimentazione rigidamente limitata a poche categorie di cibi.
In aggiunta possono essere messe in atto condotte di eliminazione (es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi e diuretici) o la pratica eccessiva di attività fisica, allo scopo di perdere peso.

Bulimia nervosa.
Si parla di bulimia nervosa quando sono presenti:
-abbuffate ricorrenti, comportamenti di controllo estremi (es. dieta ferrea, vomito autoindotto, abuso di lassativi o diuretici, esercizio fisico eccessivo);
-valutazioni di sé basate in modo predominante od esclusivo su alimentazione, peso, forme corporee e sul loro controllo.
Alcune persone, tuttavia, soffrono di disturbi dell’alimentazione clinicamente significativi che non soddisfano con precisione tutti i criteri diagnostici per l’anoressia nervosa o la bulimia nervosa.
In questi casi si parla di disturbi dell’alimentazione atipici; all’interno di questa categoria sembra distinguersi il disturbo da alimentazione incontrollata o binge eating disorder (BED).
Anche le persone che manifestano questa condizione, di solito, attribuiscono un’importanza eccessiva al peso e alle forme del corpo, anche se una parte di loro presentano solo la ricerca del controllo alimentare.
Possibili cause del disturbo alimentare.
Il DCA colpisce prevalentemente adolescenti o giovani adulti mediamente intorno ai 17 anni di età e nella maggior parte dei casi si tratta di ragazze (il rapporto è di 9 ad 1, cioè su dieci persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione, nove sono di sesso femminile ed una è di sesso maschile).
Si stima, inoltre, che in Italia la percentuale di ragazze affette da anoressia nervosa si aggiri intorno allo 0.5%, mentre quella relativa alla bulimia nervosa sia compresa tra l’1% e il 3%.
Il disturbo dell’alimentazione atipico, infine, sembra presente con percentuali tra il 3% e il 5% della popolazione femminile italiana.
Accade di frequente che i soggetti con questo tipo di patologia, nel corso della vita, passino da un disturbo dell’alimentazione (es. anoressia nervosa) ad un altro (es. bulimia nervosa).

Tra i principali fattori di rischio ricordiamo:

1)L’ambiente socioculturale influenza convinzioni e comportamenti anche e soprattutto nei bambini e negli adolescenti, assumendo un ruolo importante per la genesi di disturbi del comportamento alimentare, sovrappeso e obesità.

2)L’ambiente familiare rappresenta il nucleo intimo nel quale convinzioni e comportamenti vengono discussi, accettati e proposti come modello; le figure genitoriali determinano il contesto in cui il bambino cresce e si sviluppa e assumono un ruolo importante nell’adozione di convinzioni e comportamenti a rischio per lo sviluppo di un alterato rapporto con il cibo, rappresentando al tempo stesso un elemento chiave per la prevenzione e per il trattamento.

3)Presenza di idee errate e dannose (dette disfunzionali) nei riguardi del peso e delle forme corporee, spesso patrimonio della cultura del ragazzo, sia familiare che sociale.

4)L’adolescenza come momento di cambiamento. Il continuo confronto con i mezzi di comunicazione (televisione, giornali, pubblicità) sembra esasperare la abituale tendenza degli adolescenti a adattarsi ai cambiamenti corporei attraverso altri cambiamenti, quali l’abbigliamento, il tipo di pettinatura, la scelta di orecchini o piercing etc,

5)Sottoporsi ad una dieta dimagrante.Il disturbo alimentare esordisce quasi sempre dopo una dieta dimagrante intrapresa da un soggetto normopeso o con sovrappeso modesto. Soggetti adolescenti o giovani adulti che si sottopongono a una dieta rigorosa aumentano di 18 volte il loro rischio di sviluppare DCA; una dieta più leggera lo aumenta comunque di 5 volte.

6)La distorsione dell’immagine corporea:occupa un ruolo centrale nello sviluppo e nel mantenimento dei DCA.
Essa è in gran parte promossa dall’affermazione di precisi canoni estetici e mantenuta nel tentativo di adeguarsi ad essi. Numerosi studi indicano che circa il 25% delle ragazze fra i 10 ed i 15 anni riferisce di sentirsi sovrappeso o obesa, anche se per la maggior parte sono normopeso o sottopeso, ed è stato notato che l’utilizzo di vomito o esercizio fisico estenuante si afferma nelle ragazze in maniera crescente con l’arrivo della pubertà e l’adolescenza

7)Molti studi hanno riscontrato uno stretto legame tra attività sportiva e DCA.
Un esagerato aumento dell’attività fisica superiore alle normali abitudini ed alle reali necessità deve essere considerato sospetto di DCA, specialmente quando occupa la maggior parte del tempo disponibile, e rappresenta l’unico interesse perseguito con insistenza dal soggetto.
Infatti in un discreto numero di soggetti l’esercizio fisico eccessivo solitamente precede altri segni di DCA ed è spesso strettamente legato a una dieta rigida, per cui l’attività fisica tende ad aumentare mentre invece diminuiscono l’assunzione di cibo ed il peso.

Infine, soltanto un accenno a quei fattori di rischio che fanno parte della storia del soggetto e sono scarsamente modificabili: la presenza di lutti o eventi di perdita nella famiglia, anche in epoche molto remote (addirittura durante la gravidanza), eventi di vita gravi come maltrattamento e abusi/violenza sessuale, o traumi infantili legati ad un cattivo inserimento sociale (ripetute prese in giro dei coetanei e degli adulti sul peso e l’aspetto fisico, isolamento dagli altri etc).
Alcuni tratti di personalità come la rigidità, il perfezionismo, e l’intolleranza alle frustrazioni sono presenti nella maggior parte dei soggetti con disturbi alimentari.

Per saperne di più:

Terapia cognitivo-comportamentale dei disturbi dell’alimentazione durante il ricovero.
Dalle Grave R. Editore Positive Press

Anoressia, Bulimia, Obesità. Guida per una migliore comprensione.
Ricca V.,Rivaldi C.,Mannucci E., Rotella CM, Placidi GF CIBUS

DSM-IV-TR .Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
American Psychiatric Association (2000)
Text Revision, Masson, Milano